Belchim: parola d’ordine pulizia

Il lavaggio degli irroratori per trattamenti fitosanitari è uno dei passaggi obbligati per chi abbia a cuore sia la durata delle proprie macchine, sia la salute delle proprie colture.

Chi in passato ha causato danni alle proprie colture la lezione se la ricorda bene. Mai utilizzare un’attrezzatura per diserbi, o per trattamenti fitosanitari in genere senza averla prima lavata accuratamente al fine di rimuovere i residui dei trattamenti precedenti. In primis perché i prodotti utilizzati possono essere aggressivi nei confronti di guarnizioni, circuiti e ugelli, quindi è bene rimuoverli accuratamente non appena sia terminato il lavoro. Ma può succedere anche di peggio. Se infatti si diserba un campo di mais con un impolveratore precedentemente usato per diserbare il frumento si possono generare fenomeni di fitotossicità anche importanti, soprattutto quando si impieghino erbicidi solfonilureici. Un altro caso frequente di fitotossicità può verificarsi anche nell’ambito della medesima coltura. Per esempio, nella coltivazione dei cereali quando al diserbo di fine inverno segua un trattamento primaverile con fungicidi su foglie e spighe. In tal caso, lo stadio cui è giunta la coltura la rende più sensibile agli erbicidi proprio nella fase in cui dovrebbe dare il meglio di sé per riempire di proteine la granella. Neanche appare consigliabile ignorare tali rischi quando si debba trattare una coltura con un fungicida o un insetticida, dimenticando quelli appena impiegati su qualche altra coltura.

Sebbene sia difficile che un residuo di antiparassitario possa generare fitotossicità sul fogliame durante un successivo trattamento, si deve infatti ricordare che la normativa sui residui può fare anche più danni di una fitotossicità da diserbante. Una regola che si impara a proprie spese se viene trovato sulle lattughe di quarta gamma una sostanza attiva registrata su una brassicacea trattata il giorno precedente. Se infatti una fitotossicità può talvolta essere parzialmente recuperata, il respingimento di una partita di merce crea un danno irrecuperabile. Fatta salva quindi la buona condotta dell’agricoltore, servono anche i prodotti più idonei con cui effettuare i lavaggi di cisterne e circuiti. In tal senso Belchim Crop Protection ha posto a catalogo Primaclean, detergente a base di trifosfato pentasodico in grado di rimuovere anche le più ostili incrostazioni di residui fitosanitari, in special modo quelli solfonilureici, cioè i più pericolosi. Primaclean è quindi consigliabile per la pulizia interna ed esterna delle attrezzature da irrorazione, sia nel corso della stagione, dopo ogni trattamento, sia per pulirle in modo meticoloso prima del rimessaggio invernale.

La sicurezza in un quarto d’ora

Disponibile in confezioni da 500 grammi, Primaclean si presenta in microgranuli solubili da applicarsi a differenti dosaggi in funzione del lavoro da svolgere. In caso di lavaggio interno si consiglia di utilizzare 100-200 grammi di prodotto per ettolitro di acqua, a seconda dell’intensità delle incrostazioni, cercando comunque di non scendere sotto il dieci per cento della capacità volumetrica complessiva dell’attrezzatura. Il tempo necessario per ottenere una pulizia completa di cisterna e circuiti, incluso il risciacquo finale, è di soli 15-20 minuti. Per il lavaggio esterno è bene prima sciacquare l’attrezzatura con un’idropulitrice e poi applicare 30-50 grammi di prodotto diluiti in dieci litri di acqua, tramite una pompa a spalla, risciacquando infine abbondantemente con acqua pulita. Prima del rimessaggio, infine, si possono seguire le istruzioni per la pulizia interna senza però risciacquare prima dell’aggiunta dell’antigelo.

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